Giungere a Nassirya due giorni prima dell’attentato contro i militari italiani. Neanche il tempo di finire un pacchetto di sigarette, 20 lunghissime sigarette, e trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quello in cui gli ordigni esplodono. Evidentemente il destino non indica morte e le schegge impazzite, appena detonate, raggiungono un arto inferiore. Sopravvivenza e racconto. Le immagini vivide nella memoria si traducono in fotogrammi che non lasciano via di scampo alle tristi considerazioni di barbarie e inutilità che accompagnano il resoconto di ogni guerra. Specie quelle di oggi i cui interventi vengono indicati come missioni di pace a dispetto delle reali motivazioni (energetiche ed economiche) e delle reali morti civili che che impietose vengono rimosse ai lati della strada come spazzatura. Questa storia vissuta in prima persona dal regista Aureliano Amadei è stata raccontata nella sua opera prima, il film “20 sigarette” proiettato sabato scorso alla Sala Vittorio Arrigoni. Ecco alcuni significativi momenti e significative memorie di cui far tesoro.