Buio e controbuio. Il mattino dall’oro in bocca dell’occupante si trasforma in un tedioso assedio una volta che l’acea spegne la sua erogazione elettrica. Ci troviamo all’incirca a due mesi di occupazione. Il tempo giusto per procurarsi candele e torce. Chi lo avrebbe mai immaginato che ci sarebbe voluto tanto per tornare alla normalità. Nonostante le difficoltà la resistenza va avanti. Anche al buio. Quello della ragione e delle tristi ragioni che si celano dietro gli oscuri moventi di quanti hanno voluto e imposto le slot machine a san lorenzo. Nonostante i turni e il ricambio delle forze umane, la notte resta notte e perfino la più romantica delle possibili letture di questi raduni notturni al chiarore della lampada a pile cede presto alla stanchezza. Ovviamente la possibilità di organizzare eventi trova immediatamente un colpo d’arresto. Soltanto l’uso di generatori, affittati ad hoc o prestati in solidarietà con la lotta ci ha permesso di garantire la presentazione di qualche libro come gli appunti della resistenza romana di Franca Raponi o le indagini di Le mani sulla città.
Ma soprattutto di non perdere la grande occasione, quella del 16 Ranucci di Report, Alberto Custodero di Repubblica e il direttore del nuovo mensile Paese Sera. E’ in questa occasione che prende il titolo di GAME OVER – smascheriamo il gioco che prende vita il nostro dossier sulla camere spa e quella stube, società consorella che rimanda alla cricca. Scampoli di inquietanti scoperte via internet che lasciano intravedere come le storie celate dietro questo Palazzo in sordina siano ben più inquietanti. Prima si brancolava nel buio a riguardo. Dopo questo riuscitissimo incontro cominciamo a fare luce sulle vicende. Segnali di solidarietà vengono inoltre dalla visita di Diego Bianchi “Zoro” e di Roberto Dell’era il bassista degli Afterhours. Quest’ultimo, dopo aver girato il video con Bluemotion da noi, suona all’ultimo concerto degli Afterhours con la nostra maglia. Lo stesso avevano fatto Simone Capra e Giulio Castaldo quando nella conferenza stampa al Maxxi hanno indossato la nostra t-shirt. Questi hanno vinto il prestigioso premio YAP per giovani architetti che il museo romano ha istituito in collaborazione col Moma di New York.
E, naturalmente, il mitico torneo popolare di Briscola e Tresette che abbiamo organizzato insieme a parte del centro anziani ed Elio Germano. Dove abbiamo dimostrato come anche sul piano del gioco abbiamo molto da dire in più rispetto all’alienazione delle videolottery.
E poi c’è il Teatro Valle, liberato da quelli stessi precari e lavoratori dello spettacolo che si sono riuniti da noi quasi tutti i giorni, anche al buio, per provare a dare vita a quella “rivoluzione culturale” che auspica Andre Camilleri.
Nel frattempo la gente continua a passare chiedendo di poter firmare la nostra petizione o di ricevere informazioni sul programma. Siamo spiacenti ma non abbiamo più corrente elettrica, ce l’hanno tolta… Una giustificazione che delude ma al tempo stesso rincuora perché nonostante tutto di gente ne passa. Segno di come il lavoro svolto fin a questo momento abbia dato i suoi frutti.
Ma come sappiamo bene per fortuna il tempo è galantuomo e per fortuna passa. Passa anche sugli inghippi burocratici cui si può fin ire per rimanere impicciati al momento della richiesta di un nuovo allaccio. In questo modo se ne va via anche giugno. Ma il Primo di luglio, in un pomeriggio difficile da dimenticare, siamo tutti lì ad attendere la benedetta panda del pronto intervento acea. Giusto il tempo per verificare gli ultimi allacci e tirare su l’interruttore. Applausi e urla di gioia, una bottiglia di prosecco stappata e… prosit! L’entusiasmo di pari passo conl nostro rimboccarci le maniche ci permette di ritrovare la giusta energia nonostante tutto. Si riparte dunque con party aperitivo, un luce party a tutti gli effetti turbato solo dalla notizia che a quanto pare la Camene s.p.a in combutta con quel Capezzone portavoce del PDL tutto preso a voler mostrare la verità approssimativa di un esproprio proletario, documentato da filmati e cotillon che in quel del 4 luglio presso l’Hotel Nazionale a Montecitorio avrebbe dovuto mostrare da che parte sta il male. Non manchiamo l’appuntamento e una sparuta delegazione dei nostri raggiunge insieme a Sabina Guzzanti, Franca Raponi e la signora Adele il luogo convenuto.
Il resto di quanto successo è cronaca da leggere sui giornali o vedere al telegiornale. Immagini eloquenti di come i presunti perseguitati dimostrano di essere veri persecutori se non altro di fini ambigui e poco chiari. In seguito alla ben nota lite tra Sabina Guzzanti e Daniele Capezzone che la definisce “comunista miliardaria”, un ossimoro difficile da digerire per i tanti che invece attendevano risposte in merito alle reali motivazioni dell’investimento. Viene fuori alla fine questa fetta di italia degli onesti non abbia avuto a disposizione manche il permesso del monopolio per fare quello che volevano fare. In questo modo la luce torna per la seconda volta e in maniera accecante. Il nostro ludico contrattacco non può essere altro che quello di organizzare una festa, un party dedicato proprio a quel Capezzone, non certo in tiro come potrebbero essere quelli organizzati ad Arcore o A Villa Grazioli ma riuscito quanto basta per riportare nella sala illuminata centinaia di persone. Un party nel quale gustare le preziose performance del “Teatro del Piede” di Masi, le acrobazie tessili degli artisti residenti e circensi del Circo Palazzo, i video di Jack la speranza , le letture di Giacomo Ciarrapico,e dulcis in fundo una straordinaria Sabina Guzzanti che regala un breve ma significativo anticipo del suo prossimo spettacolo. Sempre meno soli, illuminati, sempre più resistenti e gioiosi portiamo avanti la nostra lotta pacifica. Siamo giunti al terzo mese di occupazione. Una resistenza fatta da tutti noi per tutti. Per uscire dal buio d’altronde oltre ad una bella presa di coscienza è necessario avere una spina di volontà.