Quando il gioco si fa duro… le mafie si mettono a giocare
numeri, storia e giro d’affari criminali della “terza impresa” italiana
Interverranno:
Daniele Poto, giornalista, autore del dossier
Enrico Fierro, giornalista “Il Fatto Quotidiano”
Sigfrido Ranucci, giornalista “Report” e scrittore
Antonio Turri, referente Libera Lazio
Gabriella Stramaccioni, direttrice generale Libera
Modera Mattia Ciampicacigli, referente Libera Presidio “Roberto Antiochia” III Municipio
A seguire Aperitivo & Musica con Pasquale Innarella Trio
“Azzardopoli” Racconta attraverso i numeri e le storie, le conseguenze di una assoluta immobilità da parte della politica nei confronti dei rischi connessi al gioco d’azzardo. Una immobilità che da un lato ha inciso nella mancanza di una legge quadro che si occupi di mettere ordine questo settore, e dall’altro di provvedimenti che mirino alla prevenzione, all’informazione e ad una corretta comunicazione del fenomeno e dei rischi connessi”.
Così il giornalista Daniele Poto, curatore del rapporto presentato il 10 gennaio da Libera, commenta i contenuti del dossier sui rischi del gioco d’azzardo e le infiltrazioni criminali in questo settore. “Nell’analisi elaborata a partire da dati istituzionali, quelli delle forze dell’ordine, della Commissione parlamentare antimafia, delle procure antimafia e delle tante associazioni coinvolte da anni su questi temi, abbiamo individuato ben 41 clan che operano nelle regioni dove maggiore è la preoccupazione in questi ultimi anni per la penetrazione criminale del tessuto socio – economico: la Lombardia, la Campania e il Lazio. Un business – quello del gioco d’azzardo, continua Poto – che va di pari passo con l’espansione criminale dei clan, questo vale soprattutto per la Lombardia dove operano diversi clan appartenenti ad altrettante organizzazioni mafiose, e il Lazio, che è stata al centro di una escalation criminale collegata alla Quinta mafia o mafia da contaminazione, attiva anche in questo business”.
La Commissione parlamentare antimafia nell’estate scorsa ha accolto una relazione della Guardia di Finanza che documentava proprio l’avvenuta contaminazione dell’economia legata a questo settore, con i capitali illeciti dei mafiosi. Nel documento la Commissione sottolineava che anche l’Europa da anni ci chiede di dare attuazione al D.Lgs del 21 novembre del 2007 sul riciclaggio ampiamente sottovalutato dal nostro Paese. Eppure come sottolinea quella relazione delle Commissione antimafia e conferma il dossier di Libera, questa ulteriore fessura del gioco d’azzardo consente il riciclaggio di somme di denaro ingenti ed è difficile risalire all’origine del capitale illegale ma soprattutto riuscire a punire il reato, nei fatti depenalizzato. “Il 2003 – conclude Poto – è l’anno in cui in Italia si procede ad una sorta di liberalizzazione nel settore del gioco d’azzardo. Quell’atto in parlamento fu approvato con un sostegno trasversale, segnale che purtroppo bisogna difendersi da una certa politica che per pressione di lobby o per distrazione non fa gli interessi di tutti e affiancare a questa una risposta seria e equilibrata della società civile che chieda conto di queste azioni e faccia da “pungolo” nei confronti del parlamento e dei politici, come proviamo a fare con la rete di associazioni che insieme a Libera ha prodotto questo lavoro di approfondimento sul gioco d’azzardo”.
di Norma Ferrara, Liberainformazione