San Lorenzo non dimentica la sua storia
La Battaglia di San Lorenzo
… Il secondo tentativo di penetrazione fascista si verifica a soli sei mesi di distanza da quello avvenuto nel novembre del ‘21, ad esclusivo uso e consumo di San Lorenzo. Il 24 maggio del 1922, infatti, si decide di tumulare ufficialmente i resti del bersagliere romano Enrico Toti, nel cimitero del Verano. Il corteo, per ovvi motivi logistici, deve attraversare San Lorenzo e i fascisti romani decidono di parteciparvi inquadrati, entrando così impunemente, protetti da esercito e forze dell’ordine, nel quartiere. Sperano, evidentemete, che la popolazione, presa dai sentimenti patriottici alla vista del feretro e dei bersaglieri, non faccia caso o sia, comunque, costretta ad accettarla.
Ma le cose vanno ben diversamente. La folla , che sin a un momento prima ha applaudito al passaggio del feretro e dei bersaglieri, comincia ad agitarsi nervosamente all’apparire dei primi gagliardetti e tenta, spezzando ilo corteo, di impedire l’ulteriore ingresso delle squadre fasciste nel quartiere.
Immediatamente si diffonde il panico, colpi di arma da fuoco partono un po’ ovunque mentre i fascisti, dopo aver tentato di assalire la sezione socialista di via dei Sardi, preferiscono abbandonare rapidamente il quartiere insieme alle autorità civili. Ecco la descrizione che ne fa Togliatti utilizzando le notizie pubblicate dal “Paese”: “Dalla strada e dalle case laterali di San Lorenzo, si continua a sparare. Da numerose finestre dei palazzi circostanti vengono esplosi colpi di rivoltella senza interruzione … le imposte di varie finestre si aprono fulmineamente e da ognuna di esse una mano armata di rivoltella spara tutti i colpi dell’arma, poi si ritira: quindi tosto la finestra si richiude … . Le guardie regie dalle terrazze e dalla strada sparano rabbiosamente e nervosamente … . Ogni luce nelle case è spenta perché il più piccolo bagliore viene presa di moschetti che tirano all’impazzata. Ormai tutti hanno perdutola testa … .La battaglia si estende sempre più in tutte le viuzze del popoloso rione”.
La repressione di polizia è terribile. Il quartiere viene presidiato per tutto il giorno dopo e, per tutta la notte, continuano gli arresti in massa. La sezione socialista, per altro chiusa e deserta dalla sera precedente, viene devastata dalla polizia e, fatto particolarmente doloroso per i suoi militanti, la biblioteca, compresa l’enciclopedia, è completamente distrutta. In compenso i fascisti sono dovuti scappare alla chetichella, approfittando dell’offensiva di esercito e carabinieri.
Si tratta, dunque, di una vittoria, anche se pagata a durissimo prezzo, a cui hanno partecipato veramente tutti: gli arditi del popolo, pronti ad intervenire fina dalla sera precedente, i comunisti, organizzati in “compagnia armata” e, soprattutto, l’intero popolo di San Lorenzo che ha trasformato ogni casa in un piccolo centro di resistenza.
Leggendaria la figura di una “signora, di una certa età, che ciaveva un nipote , un ragazzo, quando ci fu il funerale di Enrico Toti, ebbene questa donna alla finestra, il ragazzo caricava il fucile e lei sparava…”
Brano di Lidia Piccioni tratto da “SAN LORENZO un quartiere romano durante il fascismo” ,
biblioteca di storia sociale, edizioni di storia e letteratura, Roma 1984