Come nasce l’idea dell’aula studio del Nuovo Cinema Palazzo?
Nel marzo 2012, alcuni tra gli occupanti del Cinema Palazzo, non a caso studenti universitari, hanno deciso di dare un seguito ai vari ragionamenti svolti sulla dismissione dell’università pubblica e sulla carenza di spazi adeguati per lo studio. Fu così che una stanza inutilizzata e carica di suppellettili malmesse, destinata probabilmente ad essere un magazzino, ha visto una trasformazione strutturale ed uno stravolgimento nella sua destinazione d’uso. Nasce così l’Aula Studio, concepita per ovviare ad una mancanza da parte delle istituzioni accademiche e cittadine ed evolutasi nello spirito della socialità e della cogestione. Un luogo che racchiude in sè e lega alcune delle battaglie fondamentali portate avanti dalla componente studentesca e non solo. Attraverso l’adozione di orari notturni, il libero scambio di testi, la possibilità di confronto con gli altri e la volontà di avviare un percorso che non porti alla sostituzione di un servizio malfunzionante (biblioteche pubbliche e universitarie) ma rilanci l’idea della cultura come scambio, ragionamento in itinere.
Per far questo si è scelto di partire dal pratico, di restaurare un luogo, coscienti del fatto che a volte, basta interrogarsi e capire le proprie esigenze per intercettare un malessere diffuso. Infatti, la scommessa è stata vincente.
Fin dal giorno dell’inaugurazione, il 6 aprile, la partecipazione alla vita dell’Aula è stata costante e in continua crescita. In quel primo appuntamento, con l’intervento di Erri De Luca, risultò da subito evidente che di un luogo come quello si sentiva la mancanza: il dibattito fu ricco, vario e molto interessante. In molti, anche tra quelli non si erano mai avvicinati a spazi occupati, riconobbero il valore che quella biblioteca-sala studio poteva assumere. Inoltre, la scelta di restare aperti la notte fu la spinta decisiva che portò quest’aula ad essere attraversata o frequentata stabilmente da decine di persone.
Passato qualche mese, ci ritroviamo di nuovo con la voglia di ripartire al meglio e di implementare tutti i ragionamenti fin’ora svolti. Stiamo approntando un catalogo dei libri e del materiale audio-video in nostro possesso, ci stiamo confrontando con altre realtà simili per avviare possibilità di scambio di testi e di gestione partecipata; ma soprattutto stiamo cercando di indirizzarci verso una gestione condivisa, convinti del fatto che sia ora di smetterla con la logica assistenzialista “servizio-utenza” e sia giunto il momento di riappropriarci e (poi) occuparci di ciò che è nostro.