Il Cinema Palazzo e il Teatro Valle Occupato complici del Teatro Embros
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SAVE EMBROS IN GREECE: CULTURE UNDER THREAT
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Ancora una volta si verifica lo scempio
Ancora una volta le politiche di austerity imposte dall’Europa guardano al patrimonio culturale come misero prodotto a cui dare un prezzo, e da vendere al miglior acquirente nel minor tempo possibile.
Ancora una volta avviene in Grecia, avviene ad Atene, culla di democrazia e palestra mondiale, scacchiera fondamentale dove si giocano le strategie di due modi di intendere vita, libertà, cittadinanza.
Da una parte la dittatura finanziaria, la padrona che fa della crisi una bandiera, e della disperazione un risultato politico.
Dall’altra un teatro occupato.
Un teatro liberato come risposta a quella disperazione, un teatro che produce ricchezza, materiale e immateriale. Un teatro che è un luogo di dignità in un quartiere sprangato, un teatro che è espressione e respiro di cittadinanza attiva, un teatro che è stato crocevia internazionale di incontri, di relazioni, di confronti.
Un teatro dove artisti, attivisti e cittadini sentono ancora il bisogno di guardarsi in faccia, e farsi delle domande.
Ad arbitrare questa partita la solita politica, asservita ai capricci di donna finanza, vuota espressione di un sistema che non è più in grado di definirsi democratico.
Il Teatro Empros non è solo un teatro occupato in una città. Il teatro Embros è uno di quei tanti simboli che stanno costellando una nuova Europa, un’Europa che sente il bisogno di definirsi sulla misura delle proprie umanità, e non su debiti prodotti altrove.
Quando un teatro chiude, la sconfitta che ne consegue non si misura su confini nazionali.
L’occupazione del Teatro Empros è una risposta nobile a una speculazione squallida.
È il grido in una lingua che non esiste, si mescola in un minimo comune denominatore europeo, reale, inedito.
In quel grido uniamo la nostra voce a quella degli occupanti del Teatro Embros, e ad ogni voce che gli appartiene.
Il Teatro Embros deve rimanere occupato.
Il Teatro Embros è libero.
Teatro Valle Occupato | Roma Nuovo Cinema Palazzo | Roma
Once again there is destruction.
Once again, the austerity policies imposed by “Europe” consider the cultural heritage as a useless product that has a price, and needs to be sold to the best offer as soon as possible.
Once again this happens in Greece, in Athens, the cradle of democracy, where a fundamental chess game is being played by two strategies, two ways of understanding life, freedom and citizenship.
On one hand the financial dictatorship, the owner that made the crisis his flag and aimed at despair as a political outcome.
On the other side an occupied theatre.
A theater that has been freed as a response to that despair, a theater that produces material and immaterial wealth. A theater, a place of dignity in a bolted neighborhood, a theater that is expression and breathing of an active citizenship, a theater that has been a crossroad of international meetings, relations, confrontations.
A theater where artists, activists and citizens still feel the need to look at each other and ask questions.
This match is judged by a referee who belongs to the same old politics, subjugated to finance’s whims, empty expression of a system which isn’t able to call itself democratic anymore.
Theater Embros is not only an occupied theater in a city. The Theater Embros is one of those many symbols which are showing a new Europe, a Europe that wants to redefine itself starting from its humanity, and not by the debts produced elsewhere.
When a theater is shut down, the defeat that follows can’t be measured only on national borders.
The occupation of the Theatre Embros is a noble response to a bleak speculation.
Its shout reveals a language that does not exist yet, but comes from a common, real and new european denominator.
We shout together, in that same language, with the occupants of the theater Empros.
The Theatre Embros must remain occupied.
The Theatre Embros is free.
Teatro Valle Occupato | Rome | Italy
Nuovo Cinema Palazzo | Rome | Italy
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