Incontro di testimonianze, parole, immagini e musica contro la tortura
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“IL CAPPUCCIO DELL’INFAMIA” è un’iniziativa promossa dall’Associazione Papillon-Rebibbia, che ha inteso affidare alla comunicazione artistica, a competenze professionali e a testimonianze dirette un messaggio di racconto e di denuncia.
Dunque non è un convegno di esperti, né un seminario per addetti ai lavori ma un Incontro di testimonianze, parole, immagini, musica contro la tortura, una riflessione soprattutto rivolta alle nuove generazioni, su come lo Stato abbia usato e usi questo innominato strumento di coercizione, non riconosciuto come tale né dal lessico politico, né dal codice penale.
Il fuoco della riflessione va dagli anni ’70, in cui il suo ricorso episodico precedente è diventato sistemico sui corpi dei militanti delle formazioni armate, al massacro della Diaz, alle condanne a morte eseguite sulle strade, nelle carceri, nei reparti di Trattamento Sanitario Obbligatorio. Seguendo questo schema temporale appare chiaro come l’uso della tortura si sia come normalizzato ed esteso ai cittadini considerati senza diritti e, a vario titolo, portatori di uno stigma di difformità contrario al modello blindato delle nostre comunità in crisi di legame sociale. Si può dire che sia contro un nemico interno sempre più esteso, variegato e, soprattutto, inerme che lo Stato ha scatenata una guerra unilaterale a
colpi di militarizzazione e di terrore.
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