Chi ha ucciso Stefano Cucchi?
Storia di un ragazzo morto di morte (in)naturale mentre si trovava nelle mani dello stato” di Luca Pietrafesa
In collaborazione con ESC Atelier, Csoa Spartaco, Pappilon Rebibbia
Moderano: Guido Farinelli e Rino Fabiano
Con:
Ilaria Cucchi
Luca Pietrafesa, autore del libro
Nunzio D’Erme, Cinecittà Bene Comune
Vittorio Antonini, Papillon Rebibbia
Luca Blasi
Sandro Medici
Il 22 ottobre 2009, nel reparto detentivo dell’ospedale romano Sandro Pertini, muore Stefano Cucchi, 31 anni. Da allora comincia la battaglia condotta dalla sua famiglia per avere la verità su questa morte. La invocano la famiglia, i legali e la politica. La invoca la coscienza di ogni cittadino che speri di vivere ancora in un Paese civile. Stefano era stato fermato pochi giorni prima in un parco perché in possesso di venti grammi di “fumo”. Una odissea breve ma mortale, quella di Stefano: dal Tribunale, al carecere di Regina Coeli, all’ospedale Fatebenefratelli. Otto interminabili giorni durante i quali la famiglia ha tentato invano di vedere il loro caro e di parlare con i medici che lo avevano in cura. Nelle foto scattate dopo l’autopsia si vede un ragazzo che pesa 37 chili, con il volto devastato, l’occhio destro rientrato nell’orbita, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia e la mascella destra con un solco verticale, segno di una frattura. Luca Pietrafesa ripercorre il calvario di Stefano, e della sua famiglia, col supporto di documenti, testimonianze, interviste. L’avvocato della famiglia Fabio Anselmo, il deputato radicale Rita Bernardini (membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati), i giornalisti Renato Farina, Flavia Perina, Giovanni Bianconi, il senatore Ignazio Marino (presidente della Commissione di controllo dell’efficienza dei servizi sanitari del Senato), il sociologo Luigi Manconi (che firma anche la prefazione del volume) contribuiscono a ricostruire una vicenda che genera vergogna in chi legge. La vergogna di vivere in un Paese in cui si può morire, come Stefano, per mano dello Stato.