“Il diritto vivente si genera dalla produzione di pratiche, dal lavoro immateriale, dalla creatività, dalla costruzione del comune.”
Ok, c’è qualcosa di strano. C’è qualcosa di nuovo. La sala del cinema è piena, stracolma. È un’assemblea o un seminario? Non si riesce a capire. Seduti al tavolo dei relatori due “occupanti di professione”, un docente universitario estensore dei referendum sull’acqua, un ex membro della Corte Costituzionale e il presidente dell’Istituto Svizzero.
In sala? Di tutto e di più. Comitati di quartiere, centri sociali, il Teatro Valle, cittadini curiosi, esperti del diritto, architetti e urbanisti.
Ma a fare cosa? A immaginare insieme come dare vita a quello che stiamo sperimentando da quasi due anni. Creare nuove forme del diritto che accompagnino il processo costituente che si è creato al Cinema Palazzo.
Riproponiamo qui in forma sintetica una piccola parte della discussione, estrapolando alcuni spunti che non possono che tracciare una parzialità della discussione di venerdì.
Cinema Palazzo: “… la Città negata produce i propri anticorpi, forme di resistenza urbana e collettiva che generano processi creativi del comune. Forme di resistenza che oltre a tracciare dei confini differenti dall’invadenza del privato, ridisegnano attraverso le pratiche della riappropriazione, percorsi di restituzione degli spazi alla cittadinanza… L’autorganizzazione crea un nuovo Stato. Lo Stato della prossimità… È quindi l’uso e la consuetudine degli spazi sottratti alla speculazione che ci riconsegna non solo il diritto alla città, ma anche nuove legalità legittime… è diritto dinamico”
Paolo Maddalena: Lo stato comunità è l’insieme del popolo come nella civitas romana; il concetto di Beni Comuni s’inserisce nel concetto che dà la costituzione repubblicana di proprietà. In particolare, in riferimento agli art. 41 e 42, la proprietà privata è garantita dalla legge, come per i romani, da una volontà del popolo e non della sovranità. Nel momento in cui, come nel Cinema Palazzo, viene meno la funzione sociale di proprietà, resta solo la funzione sociale dell’uso, per cui è lecito quello che state facendo”.
Ugo Mattei: Tanto lo stato quanto il mercato sono portatori della logica della concentrazione del potere e dell’esclusione. Il diritto invece è tale solo in relazione alla comunità, soltanto in quanto la vive e la esprime, in quanto comunica la volontà politica di una determinata comunità politica. Il diritto morto è violentemente assertivo del proprio potere e non può dirsi realmente diritto. Il diritto non funziona fuori dai contesti, dalle interpretazioni, dalle comunità”.
L’ascolto del seminario è intenso, attento, vivo e informale, a tratti scomposto, c’è chi si alza, chi prende appunti in maniera spasmodica, chi fa foto e twitta.
La Sora Adele, sottovoce, dice “Aò! È difficile. Ammazza la gente e poi questi so capoccioni speramo de capicce quarcosa”. Però ha seguito fino alla fine. Si realizza quell’agorà che sogniamo, c’è voglia di stare insieme.
C’è anche Michele Luminati dell’Istituto Svizzero che con pacatezza e passione ci ricorda come non dobbiamo mai avere fretta di istituzionalizzare i processi costituenti: “siamo ancora ingabbiati in questo concetto occidentale della legge scritta e dei suoi limiti e non limiti; allora in quale livello e in quali spazi muoversi? forse meglio rimanere alle pratiche e usare tutti questi spazi che, se uno se ne rende conto, diventano immensi, ed evitare di andare a cercare una fissazione, una normativizzazione nel senso della norma positiva classica, e lasciare dunque degli spazi maggiori di creatività. Forse è troppo presto per fare quel passaggio di fissazione delle nuove pratiche”.
Non dobbiamo mai avere fretta, ma essere veloci.
E poi gli interventi dal pubblico, che allargano il discorso, che producono immaginari che danno spunti ulteriori per capire come legare sempre più le forme di lotta alla formazione del diritto.
Può esistere un processo costituente continuo?
Un Territorio si può gestire come Bene Comune?
Come possiamo significare il Bene Comune quando tutti ne parlano?
Non è che un debutto quello di ieri, che arriva da processi costituenti che prendono vita dal referendum dell’acqua alla lotta No Tav, dai Teatri e Cinema Occupati alle battaglie sulla formazione.
Non è che un debutto quello di ieri che continuerà a crescere nei prossimi appuntamenti del Seminario, con la nascente “Commissione Rodotà aperta” che prenderà vita al Teatro Valle ad inizio Aprile, e con l’Assemblea al Cinema Palazzo di sabato 16 “La Libera Repubblica di San Lorenzo” che lancerà una sfida per cominciare a immaginare strumenti di autogoverno del territorio, strumenti che abbiamo capacità di decisione sulle scelte dell’amministrazione municipale, strumenti veri di democrazia diretta.
Chiudiamo con Maria Rosaria Marella, ospite del prossimo incontro “Dallo spazio urbano come bene comune al diritto alla città” che si terrà il 10 aprile, che dice: “Il diritto deve lavorare per disarticolare la proprietà“. Il Cinema Palazzo ci sta lavorando, la strada è ancora lunga, ma siamo convinti che possiamo liberare questi spazi e rovesciare la logica della privazione solo se allarghiamo gli orizzonti alla città, prendendo parola nelle nostre piazze, facendo agorà, costruendo un’idea diversa di territorio, di città e di appartenenza.
Qui è possibile scaricare un report più dettagliato dell’incontro.