Per tutta la settimana, da lunedì 18 a venerdì 22 marzo, si svolgerà presso il Duncan 3.0 il lbaoratorio coeografico condotto da Alessandra Sini e Sistemi Dinamici Altamente Instabili.
Sabato e domenica sarà la volta dell’azione performativa, che si terrà al Nuovo Cinema Palazzo.
Il laboratorio
Alessandra Sini guida un lavoro di approfondimento individuale attraverso un percorso di sensibilità intimo ma in condivisione. Il lavoro si concentrerà su una dinamica che cerca la decostruzione degli automatismi acquisiti per concentrarsi sull’azione necessaria. E’ fondamentale l’apporto creativo di ognuno, in piena autonomia, nel desiderio di scavare in profondità e scoprire nuove prospettive nella propria sfera
artistico/emotiva. La dimensione proposta rispecchia le linee di indirizzo del processo creativo di sistemi dinamici altamente instabili, è focalizzata sull’urgenza dell’azione necessaria; sull’emersione di azioni naturali, simboliche, iconografiche, articolate e permeabili al ritmo e alla contaminazione, durante sessioni di improvvisazione guidata. Il laboratorio indaga il principio dell’elementarità della presenza scenica,
sviluppa la consapevolezza sensoriale del peso, dell’equilibrio, dell’inerzia, della gravità, si pone il quesito delle dinamiche di gruppo e di relazione tra gli agenti. E’ un lavoro metodologico sulla diversità, basato sull’idea che la differenza è il valore aggiunto ad un lavoro di ricerca di gruppo.
Il percorso procede per selezioni: comporre un’azione di danza significa scegliere luoghi, modi e tempi, scavare nelle necessità che motivano la scelta e preferire l’essenzialità per la comunicazione.
L’Azione
Un evento dalla struttura aperta che piega la modulazione delle azioni alle caratteristiche specifiche del luogo. Sortisce un evento unico, una performance originale legata all’idea di presenza e sparizione, strutturata fra libera improvvisazione di dinamiche articolari e assembramenti di corpi in continua evoluzione. Viene introdotta l’azione dell’abitare, dell’operare cioè su coordinate di comunicazione che implichino la possibilità di dilatare, dislocare, comprimere, frammentare l’esposizione di un atto creativo.
L’evento gioca sulla zona di confine tra performance ed installazione, individua alcune possibili combinazioni creative intorno ai concetti semplici di spazio/ambiente e visione/abitabilità. Appare una danza estemporanea, non narrativa, che esibisce lo stare, il gesto umano è una traccia, un indizio riconoscibile, rimanda ad un linguaggio archetipo che fissa un tempo privo di scorrimento. Il percorso percettivo si addentra nel mondo della naturalezza. I corpi sono offerti con una disarmante ingenuità, si palesano allo sguardo sostenuti da una forza tutta interiore, spogliati della protezione della scena, vivi nell’ambiente che li ospita.
Sistemi dinamici altamente instabili
Il gruppo persegue da tempo un percorso di ricerca originale ed autonomo nell’ambito della corporeità di segno contemporaneo. La qualità mutevole delle dinamiche coreografiche è lontana da codificazioni possibili, si lega al gusto materico del corpo e al suo linguaggio astratto, mai narrativo o contenutistico. La ricerca si concentra su spazio e su modalità diversificate di fruizione e percezione, ed è oggetto di progetti
didattici ed eventi coreografici elaborati per spazi urbani o non teatrali (musei, gallerie d’arte, aree archeologiche o industriali). All’attivo 20 produzioni coreografiche e molteplici allestimenti performativi site specific.