Ci siamo presi qualche giorno per riprenderci, per ragionare, per elaborare quello che è successo il 31 ottobre e nei giorni precedenti.
E’ successo che grazie alla partecipazione di tanti tantissimi musicisti ora al cinema palazzo si potrà ascoltare la musica come si deve, si potrà vedere un film e ascoltarne bene la colonna sonora, si potrà assistere ad incontri, assemblee e spettacoli senza più dover sforzarsi di cogliere le parole di chi è sul palco.
E’ successo che uno spazio nato dal conflitto che vive di partecipazione e, grazie alla partecipazione si evolve, è ulteriormente andato avanti.
L’acquisto dell’impianto audio è l’evoluzione naturale di un percorso che ha visto come sue tappe la programmazione incessante di #occupypalazzo in risposta alle minacce di sgombero, l’autocostruzione del palco, dello spazio fotografico in galleria, dei retrospalti e, ancora, la coprogettazione attraverso una programmazione allargata al territorio, alla città, anche con chi non vive quotidianamente il Cinema Palazzo.
E così che si arriva all’idea di acquistare un nuovo impianto audio per rispondere alle esigenze di qualità che la programmazione del cinema richiede.
Per tutto un mese, giorno dopo giorno si aggiungevano gruppi e musicisti che volevano portare la loro musica, si proponevano amici fonici che mettevano a disposizione la loro professionalità e la loro attrezzatura per far suonare il cinema come mai aveva suonato prima.
E poi il 31/10 è successo: dalla mattina abbiamo montato impianto e luci, allestito lo spazio, fatto un soundcheck veloce e dalle 21:00 con le note dello swing si è aperta la serata.
E pian piano che si andava avanti con la scaletta, ci rendevamo conto tutti che l’atmosfera era diversa dal solito, la gente si alternava come i generi musicali, dal cantautore si passava al gruppo OI, echeggiavano canti anarchici, gente senza maglietta faceva sobbalzare rotoli di pancia.
E in un attimo si è fatta notte e la serata è finita come era iniziata, tra i sorrisi di chi era venuto a godersi un concerto con oltre 15 gruppi, con buona pace del vicinato e nella felice stanchezza di chi per quasi un mese si è sbattuto nel mettere insieme i pezzi di un puzzle che alla fine si è composto come ce l’eravamo immaginato.
Con queste poche righe volevamo trasmettere il senso di quanto è successo, e far luce su una pratica che al cinema palazzo funziona da quando lo spazio è stato liberato ossia la partecipazione e la progettazione comune che porta risultati concreti, che aiuta la vita di un “luogo del possibile” che senza ognuno di NOI sarebbe meno “possibile”.
Detto ciò venite a sentire come suona!