Se cambia la famiglia, cambia l’intera società!
Un festival di Teatro Forum dove il pubblico può cambiare la storia
1-2 ottobre 2016
Se è vero che non si sceglie la famiglia dove si nasce è anche vero che siamo liberi di cambiare la nostra storia ripartendo (anche) da scelte politiche quotidiane.
L’1 e il 2 ottobre vogliamo affrontare questo tema, inaugurare la partenza della programmazione artistica e della stagione politica del Nuovo Cinema Palazzo con il Festival di Teatro Forum “TraSparenti”, quinta edizione del Teatro dell’Oppresso.
Durante il Festival si racconterà la ricerca teatrale che la compagnia del Teatro dell’Oppresso ha sperimentato dal maggio scorso fino ad oggi: un laboratorio che vede come protagonisti teatranti e spett-attori in cerca di una rappresentazione comune che sia in grado di affrontare temi attuali e conflittuali come quello della famiglia, delle parentele e più complessivamente delle relazioni su cui si fondano.
La partecipazione del pubblico ai singoli spettacoli connota fortemente il progetto e lo caratterizza come forma espressiva culturale aperta e in continuo divenire, capace di interagire ed evolvere con quel che la scena offre nel tentativo di decostruire concetti standardizzati e di immaginare ogni volta nuovi significati.
Perchè un Festival sulle parentele?
Mentre la politica interna e i quotidiani ironizzano sulla sconcertante propaganda del Fertility Day e mentre nei palazzi del potere, con fatica, si è potuto parlare di unioni civili, della limitata stepchild adoption e di gestazione, ci sono realtà che attualizzano gli stessi temi con pratiche diverse e con forme del tutto nuove da quelle teoriche che rasentano il conservatorismo più retrogrado.
Non possiamo parlare di famiglia e parentele se non si evidenzia la chiusura politica e culturale che c’è nello stato attuale delle cose, dove con latenza si cerca di ribadire che non tutte le genitorialità hanno lo stesso valore, che la famiglia, come risorsa economica e sociale, deve procedere per relazioni imposte, come quelle tra padre e madre che riproducono figli.
Seppure il concetto di famiglia dal punto di vista sociologico non è argomento longevo, dal punto di vista culturale e politico possiamo dichiaratamente affermare che ancora c’è necessità di scardinare dei capisaldi, che forse per una politica nolente o per ingerenze vaticane, ancora faticano ad essere superate.
Perchè la famiglia, nonostante tutto, sembra essere anche una delle numerose risorse e risposte alla crisi economica e sociale, un modello che cerchiamo di replicare come vivere associato anche in altre dimensioni come in ufficio, nei partiti, nei consigli di amministrazione, nelle nomine dei dirigenti, nella pubblica gestione e persino nella criminalità organizzata.
La famiglia dunque è un nucleo sociale che presenta legami, rapporti e relazioni e che parallelamente è anche in grado di instaurare processi di integrazione sociale, esercizi di diritti civili e sociali e consistenza delle relazioni tra persone, gruppi sociali e generazioni.
Se consideriamo la famiglia come un pilastro fondamentale della società, importante è anche esplicitare come essa sia un aspetto importante per la produzione del benessere sociale che definiamo come welfare, e per questo ne va tutelata la dimensione, lo spazio e i rapporti che la fondono. Sono infatti specialmente le risorse umane autonomamente impiegate dalle singole persone, come appunto la famiglia e i gruppi sociali, a determinare la qualità della vita, come i flussi affettivi e relazionali che vengono garantiti dalla famiglia stessa.
Chi ha la responsabilità politica dell’organizzazione sociale spesso si è dimenticato di porre attenzione al rischio di esclusione sociale a cui i singoli componenti di tali nuclei sono soggetti, e che rischiano di compromettere vitalità e benessere essenziale, lacerando rapporti interni e allo stesso tempo creando dinamiche che tendiamo a riprodurre esternamente nel tentativo di salvaguardare una posizione, un lavoro, un gesto di potere e che vedono anche prevalenza, arroganza, egemonia e dominio.
Chiaro è come, trattando di tale argomento, non sia complicato far emergere le diverse fragilità: quella delle donne e delle madri che soffrono un mancato riconoscimento del valore sociale della maternità e del lavoro in famiglia; quella dei figli, i primi ad essere vittime dell’alto tasso di disoccupazione e del cosiddetto “disagio giovanile”, al quale non viene data una risposta in termini di struttura societaria, politica ed economica; quella legata all’anzianità e all’età pensionistica, in cui persone non autosufficienti sono sempre più marginalizzate e lasciate prive di servizi assistenziali e sanitari; quella dei soggetti più deboli vittime di esclusione sociale come gli immigrati, i disabili, i tossicodipendenti o situazioni simili, in cui fondamentale è l’assistenza esterna alla famiglia, nel caso ce ne sia una, che ha difficoltà a svolgere funzioni primarie; quella dei disoccupati e sottoccupati spesso di età media in una fase di maggior carico familiare.
Da tali premesse crediamo dunque che sia possibile immaginare nuovi modi di pensare, di fare dibattito e di considerare famiglia e parentele come nuclei da cui ripartire per provocare un cambiamento culturale e sociale, gestendo diversamente il potere, i conflitti, la divisione dei ruoli e del lavoro; crediamo che possano esistere nuovi e altri modi di stare insieme e di pensare le relazioni, coltivando quella dimensione pubblica e civile più ampia e lungimirante che ci è necessaria per crescere e vivere in quella che amiamo definire comunità.
Come sempre il Nuovo Cinema Palazzo è pronto a farlo nella forma più sperimentale possibile, affidandosi ad una chiave di lettura che contrasta ogni schema dottrinale e teorico, ibridando arte, politica e cultura e promuovendo strumenti di partecipazione, presa di coscienza e trasformazione dell’esistente.
Parteciparte, insieme al Nuovo Cinema Palazzo, organizza TraSparenti – Festival di Teatro Forum sulle parentele oppressive, una rassegna di spettacoli che, grazie alla creatività del pubblico e all’intelligenza collettiva, permetterà di affrontare in modo piacevole le questioni più spinose dei rapporti di parentela.
Ad animare le due giornate di Festival saranno diverse compagnie di Teatro dell’Oppresso, provenienti da Milano, Padova e Roma, che metteranno in scena – con la modalità tipica del Teatro Forum – storie di ordinaria follia familiare, di aspettative oppressive dei genitori verso i figli, di coming out, di tossicodipendenza, di madri olimpioniche, di figli non autosufficienti, di donne non-madri sotto giudizio.
Protagonista e artefice principale degli spettacoli sarà il pubblico che, stimolato da giochi e tecniche ludico-teatrali, potrà entrare in scena, sostituirsi a uno dei personaggi e affrontare le sfide che i diversi parenti gli sottoporranno. Gli attori e le attrici improvviseranno e reagiranno alle diverse strategie proposte del pubblico, dando così la possibilità di scoprire gli esiti di ogni soluzione, la sua efficacia e le possibili conseguenze. Così, nella cornice protetta del teatro-forum, ogni spettacolo evolverà in innumerevoli e imprevedibili modi, mentre il pubblico si allenerà e familiarizzerà con tante nuove idee di società.
Gli spettacoli saranno preceduti da incontri e approfondimenti con ricercatrici e attivisti che forniranno informazioni, dati e notizie sul contesto e la dimensione dei problemi affrontati.
Parentopoli, nepotismo, affiliazioni, conformismo, omertà, scarsa partecipazione alla vita politica e collettiva…quanto hanno a che fare con la nostra educazione familiare?
PROGRAMMA
Sabato 1 ottobre
_ Ore 14.00: Assemblea Teatrale con le Smamme
Rapporti Figli Genitori,la politica del quotidiano
Scene e forum raccolti negli anni. Chi vuole può facilitare una scena.
_ Ore 16.30: In Ca’Pacis, Milano
Famiglia e altre patologie
Storie di ordinaria follia nell’ambito delle relazioni familiari. Come i singoli possono scardinare meccanismi perversi o malsani che s’instaurano nel sistema familiare? E quanto alcune dinamiche familiari promuovono la morte della partecipazione politica e la conformazione ai modelli sociali dominanti?
_ Ore 18.30 Teatro liquido, Padova
Out Coming? Scene di ordinaria omofobia
Questo spettacolo non parla di omofobia violenta, ma di non voler vedere, di nascondere, di far finta che la situazione non esista o che non meriti di essere considerata. Si affronta inoltre il tema del coming out, la paura da parte di un ragazzo gay di esporsi con amici e parenti, tanto da non rendersi conto che tutti già sanno della sua omosessualità.
_ Ore 21.00: Gli sbandattori, Milano
Io non sono Te.. ma neanche Me
Un forum sul rapporto genitori figli, sulle aspettative dei genitori, i bisogni di entrambi anche in relazione alle diverse generazioni e le dinamiche oppressive che si possono venire a creare.
_ ore 22.30: Parteciparte, Roma
Flash, e non sentire più niente
Una ragazza, la sua famiglia che non ha mai voluto sapere, amicizie pericolose e poi la cocaina. “Flash” una storia di droga che si potrebbe evitare.
Domenica 2 ottobre
_ Ore 12.30 Assemblea Teatrale
Il punto in comune fra le diverse oppressioni. Strategie comuni?
_ Ore 14.30 Parteciparte Roma
Essere o non essere madre? That is the fertility question
Non essere madre è veramente una scelta o è una rinuncia? Se vuoi essere madre devi rinunciare a te stessa? E che succede se decidi di esserlo o di non esserlo?
_ Ore 16.30 Parteciparte, Roma
ScuraMi. Se la cura fosse un piacere
Come liberare i singoli familiari dal carico integrale di bambini/e, anziani/e o persone con bisogni speciali? Come organizzare una rete e cambiare le politiche sociali a riguardo? Sono le domande che il pubblico potrà affrontare, in scena.