Il Seminario sui movimenti, giunto al suo secondo anno di vita e sempre organizzato grazie alla collaborazione tra il Festival di Storia del Nuovo Cinema Palazzo e il Circolo Gianni Bosio, affronterà nei prossimi mesi lo studio dei movimenti degli anni Sessanta.
Le trasformazioni dei linguaggi spesso anticipano, e sempre accompagnano, il dispiegarsi delle radicalità sociali e giovanili. Alle metamorfosi dei comportamenti, sia nella sfera pubblica, che in quella privata, sono intrecciate parole nuove. E i movimenti degli anni Sessanta negli Stati Uniti furono una vetrina fenomenale di concetti, termini, grafie, suoni, ma soprattutto comportamenti nuovi, inaspettati, innovativi, audaci. Un’audacia capace di costruire un’opposizione che dilagò nel contesto mondiale.
Sul finire degli anni Cinquanta fece la sua comparsa la “prosa spontanea” di J. Kerouac, che insieme a William S. Burroughs e ad Allen Ginsberg animerà il nucleo fondante della Beat generation.
Con una poetica rivolta a raccontare le storie dei “marginali”, il loro anticonformismo incrinò gli ideali imperanti nell’America maccartista parlando di liberazione e coscienza di sé. Era il 1957 quando venne pubblicato “Sulla strada”: i giovani ne furono entusiasti.
Sempre in quegli anni stessi Cinquanta iniziò la grande battaglia degli afroamericani contro la segregazione razziale. Dopo diverse leggi e sentenze della Corte suprema a tutela dei diritti dei neri rimaste sulla carta, il movimento degli afroamericani, intanto cresciuto sensibilmente, si manifestò con importanti campagne di resistenza civile. Un esempio eclatante è il caso di Rosa Parks, che il 1º dicembre 1955 rifiutò di cedere il proprio posto sull’autobus a un passeggero bianco. E Rosa non fu la sola: a Montgomery, per quell’intero anno, 50.000 afroamericani boicottarono il trasporto pubblico.
Quelle lotte furono la leva adatta a intercettare le istanze di migliaia di giovani bianchi: “gli studenti più curiosi e vivaci” delle classi agiate – i baby boomer – cercarono e stabilirono una connessione fra il movimento per i diritti civili e la loro domanda di essere riconosciuti come soggetti, la loro domanda di cambiamento contro i rischi letali della guerra atomica, contro l’asfissia dell’alienazione consumistica, contro l’oppressione della rigida morale anni Cinquanta.
Imparando proprio dall’attivismo dei neri segregati a costruire la propria cultura materiale e intellettuale e le proprie organizzazioni su un terreno separato, gli studenti diedero vita a una controcultura innervata da un fortissimo antagonismo, che protestava contro la società degli adulti mettendone in discussione tutti i presupposti.
La Beat generation degli anni Cinquanta aprì la strada con il suo rifiuto delle norme imposte, con la sperimentazione delle droghe, di sessualità alternative, con l’interesse per le religioni orientali. Svelando le crudezze della condizione umana, la vita ideale era quella vagabonda; la comunicazione fra le generazioni si ruppe, ai padri e alla patria che reclamavano sacrifici, si opponevano manifestazioni e proteste, alla guerra del Vietnam si opponeva il pacifismo.
L’attivismo in favore dei diritti civili insegnò le pratiche e l’organizzazione: la New Left, gli hippie, i vari comunismi, le esperienze delle comuni – agricole e non, l’antimilitarismo, il rock, il femminismo, i menestrelli, l’ecologismo, la cura del corpo, lo sballo totale e, sorpresa, i primi computer domestici nacquero allora, o allora ebbero una seconda, fulminante, vita.
L’insofferenza alla morale dell’ordine mondiale, evidentemente, tendeva a essere globale e, da una sponda all’altra dell’Oceano, fiorì anche il contagio delle idee fra i diversi movimenti.
L’immaginario su cui lavoreremo quest’anno, insomma, è davvero vasto, e non abbiamo alcuna pretesa di poterne approfondire tutti gli aspetti.
Abbiamo scelto perciò di orientare la nostra concentrazione su cinque macro-tematiche:
1) gli stati di coscienza – le droghe – la “rivoluzione” a partire da sé,
2) le nuove parole che i femminismi hanno offerto alla politica,
3) le famiglie non patriarcali – la vita comunitaria,
4) l’influenza della cultura dei nativi americani sulla riscoperta della Natura – i moderni ecologismi,
5) le prime sperimentazioni tecno-hippie – le cyberculture.
Il nostro lavoro si articolerà attraverso lo studio dei documenti, la necessaria contestualizzazione internazionale, alcune letture collettive e proiezioni, e i “cerchi della memoria”. Questi ultimi raccolgono racconti. Esperienze vissute dal testimone, che narra episodi o scoperte della sua vita, intrecciando fatti in apparenza minuscoli a eventi che sono parte della storia collettiva.
Grazie al contributo diretto del Circolo Gianni Bosio avremo un approfondimento sulle origini, gli anni Cinquanta; sulla vicenda del movimento dei neri, ancora oggi di cocente attualità; e sulla musica che tanto ha contribuito al formarsi di identità alternative. In breve: la ricerca di vite e di economie alternative come ci ha fatto crescere, e cosa ha da insegnarci ancora oggi?
Il seminario promuoverà conferenze con esperti, a cadenza mensile, e incontri settimanali dedicati alle tematiche in discussione (durante i quali sono previste letture collettive, proiezioni e concerti*).
Conferenze ed incontri, gratuiti e aperti alla partecipazione di tutti gli interessati, si svolgeranno tutti i mercoledì dalle ore 18.30 presso il Nuovo Cinema Palazzo a Piazza dei Sanniti, 9 (San Lorenzo, Roma).
* nel caso le proiezioni e i concerti si svolgessero in orario serale, ci sarà la possibilità di cenare con una piccola sottoscrizione.
Gli appuntamenti:
Mercoledì 11 Gennaio 2017 – ore 18:00
Il nuovo ciclo di incontri sarà aperto da Alessandro Portelli, fra i massimi esperti di storia orale e cultura nordamericana, e presidente del Circolo Gianni Bosio.
Insieme a Portelli, ripercorreremo gli albori delle lotte per i diritti civili e dei movimenti pacifisti, nel contesto degli anni Cinquanta americani: l’impatto della Beat Generation, l’esplosione del Rock’n Roll e “l’invenzione dei giovani”, in una società attraversata dalle inquietudini del maccartismo e dall’ingiustizia della segregazione razziale.
Mercoledì 1 febbraio 2017: ore 18:30
Letture collettive da Bruno Cartosio, “I lunghi anni 60. Movimenti sociali e cultura politica negli Stati Uniti”
Giovedì 9 febbraio ore 18:30
Lezione di Sandro Portelli, dal titolo: “Movimenti afroamericani. Etnicità e rapporti di classe negli Stati Uniti”