Gli ultimi decenni, con il trionfo del liberismo, sono stati caratterizzati dalla privatizzazione di tutto l’esistente – persino dell’aria, con le quote di emissione – e dalla stigmatizzazione di tutto quanto è comune, condiviso, autogestito. Al contrario, l’impegno collettivo è esaltato nella cura dell’aiuola condominiale, nel punire il più povero di noi, nella caccia all’abusivo (manifesto o persona che sia), nella creazione d’identità per nascita o sangue.
La trasformazione della relazione fra pubblico e privato è specialmente evidente nella gestione dello spazio urbano. Il consumo di suolo causato dalle politiche di riqualificazione urbana e dalle dinamiche di gentrification – le stesse che hanno stravolto il vivere del quartiere di San Lorenzo – determinano effetti di esclusione di gruppi, classi, individui.
Il pareggio di bilancio, propagandato come ineluttabile per far fronte al debito pubblico passato-presente-futuro, è virtualmente inseguito attraverso svendita e successiva privatizzazione del patrimonio pubblico. Ancora, il pubblico fa anche il privato attraverso Cassa Depositi e Prestiti.
La valorizzazione si traduce in monetizzazione; il prevalere dell’interesse privato a scapito di quello comune, impone la chiusura e l’arrogante sgombero di spazi sociali, culturali e persino di servizi, come la vicenda del canile della Muratella insegna.
Valorizzazione la chiamano! Il messaggio politico-istituzionale parla chiaro: resettare tutte le esperienze, cancellarle con atti amministrativi attraverso la forza pubblica.
L’intreccio di uomini e donne che hanno attraversato il Nuovo Cinema Palazzo in questi sei anni ha portato alla tessitura di nuove istituzioni del comune, che sostanziano un luogo dove la logica del profitto e dell’industria culturale sono costantemente messe in discussione e scalzate per affermare, al loro posto, pratiche quotidiane valorizzando la condivisione tra artisti, compagnie e soggettività autonome che si costituiscono nella cura dei beni comuni urbani.
Se la legalità e il debito di Roma sono i baluardi dell’Amministrazione comunale, colpendo le realtà che producono ricchezza sociale, umana e culturale; affermiamo che è sull’uso sociale dello spazio, e sull’uso comune dell’immobile che si basa l’agire politico del Nuovo Cinema Palazzo.
Due secoli di studi focalizzati sulla centralità della proprietà privata hanno reso opaca la categoria dell’uso. Gli istituti esistenti (l’uso, diritto individuale su cosa altrui disciplinato dal codice civile; gli usi civici, diritti collettivi su beni pubblici o privati di matrice consuetudinaria) non rendono ragione della tensione fra uso e proprietà che proprio la rivendicazione dei beni comuni urbani fa emergere ogni giorno.
E’ con queste premesse che invitiamo tutte e tutti a partecipare all’assemblea pubblica Sabato 15 Aprile alle 17:00 al Nuovo Cinema Palazzo.
L’assemblea vuole essere un momento di confronto tra cittadini, movimenti e istituzioni sul tema dell’autogoverno della città, dell’uso comune di un bene sottratto alla speculazione, a prescindere dalla natura giuridica dello stesso, ben consci che la proprietà pubblica di un bene comune, soprattutto se intesa come proprietà dello Stato o di una sua articolazione territoriale, non offre di per sé alcuna garanzia di partecipazione, di condivisione, di comunanza, tra chi dovrebbe esserne beneficiario.
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