“Questo significa che non vogliamo aprire un casinò”. Chissà il povero Sgarra (Capezzone dixit) quanto si sarà creduto furbo quando ha rilasciato questa dicharazione in merito alla risposta del governo al question time di Barbato sull’assenza di concessioni per la Camene per aprire il “negozio di giochi”.
In crisi di panico, con il telefono che squillava avrà pensato : “adesso li frego io!”.
Peccato che si è dimenticato qualche pezzo. L’ interrogazione di Aracri per esempio che afferma:” Intenzione della società affittuaria è quella di realizzare un «negozio del gioco», con regolare autorizzazione dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS). Oltre alle garanzie da dare al proprietario, la Camene spa si è procurata tutte le altre autorizzazioni di legge previste…“.
Oppure il mitico Capezzone che ripete in loop la parola legalità riferendosi alla società. E ribadendo gli intenti del “proprietario” sconosciuto anche la sera a Radio Yes
O ancora il progetto della Camene che il nostro Jack La Speranza ha scovato su internet e presentato in anteprima, in cui si vedono chiaramente oltre 50 videolottery
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Ieri oltre 500 persone hanno attraversato la Sala Vittorio Arrigoni. Chissà se c’era pure Sgarra con le sue telecamere nascoste.
“Come è misera la vita negli abusi di potere…” diceva Battiato tanto tempo fa. “Che soddisfazione smascherarli”, diciamo noi
Vogliamo chiudere con la frase con cui Sabina conclude il suo articolo sul fatto quotidiano : ” come si dice quando si perde al gioco: ritenta, sarai più fortunato“. Ma anche no…
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P.S. :
Rimane una cosa da scoprire… chi c’è veramente dietro la Camene e alla Stube. Ci hanno provato i giornalisti, ci ha provato Barbato ma ancora niente… alla prossima puntata